sabato 31 maggio 2014

Murus gallicus

   Tra le pagine dell'opera di Cesare troviamo un'accurata descrizione del murus gallicus, tecnica di costruzione utilizzata dalle popolazioni della Gallia per erigere le mura delle città. Affido la sua descrizione direttamente alla chiarezza del testo di Cesare.
   
    "Le mura delle città galliche erano, generalmente, costruite in questo modo. Venivano collocate a terra delle travi perpendicalari all'andamento del muro e per tutta la sua lunghezza, distanti tra loro due piedi. Queste travi erano collegate tra loro nella parte interna della costruzione e coperte con molta terra. Il rivestimento esterno era formato da grossi blocchi di pietra, resi più solidi incastrandoli negli spazi tra palo e palo. Su questo primo strato, rassodato, ne veniva aggiunto un secondo che conservava gli stessi intervalli, in modo che le travi non si toccassero, ma che ogni trave, a pari distanza dalle altre, poggiasse sui sassi frapposti e ne restasse saldamente unita. E così di seguito era fatta tutta l'opera, fino a completare l'altezza voluta. Questa costruzione non era brutta all'apparenza, offrendo la varietà dell'alternarsi di travi e sassi, che conservavano in linee diritte i loro ordini, ed era poi molto adatta alla difesa delle città, in quanto le pietre garantivano contro gli incendi e il legname contro i colpi dell'ariete, che non poteva sbriciolare il muro, nè sradicare le travi, collegate come erano all'interno con traverse della lunghezza di quaranta piedi." Libro VII XXIII; pagina 389.

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